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Lo squalo verdesca, lo squalo azzurro del mediterraneo

Tra tutti gli squali nel Mediterraneo, la Verdesca, o squalo azzurro, è una delle specie più prolifiche nelle nostre acque, in particolare nell’Adriatico. Rispetto ad alcuni suoi simili non è pericoloso, ma attacca solo se spaventato.

La verdesca 

Uno squalo che può raggiungere i 3,3 metri di lunghezza, viene anche chiamato “Squalo azzurro” per il blu dell’area latero-dorsale, chiara, biancastra quella ventrale. Ha abitudini pelagiche, il suo areale riguarda i mari tropicali e temperati dell’intero pianeta. Frequenta le acque aperte lontano dalla costa, è un grande predatore di pesce azzurro e calamari. Tra tutti gli squali nel Mediterraneo, la Verdesca, o squalo azzurro, è una delle specie più prolifiche nelle nostre acque, in particolare nell’Adriatico. Rispetto ad alcuni suoi simili non è pericoloso, ma attacca solo se spaventato. Si tratta di una specie a rischio estinzione a causa delle sue pinne, pietanza base di alcune ricette orientali. La verdesca raramente morde gli esseri umani. Dal 1580 fino al 2013, è stato coinvolto in 13 incidenti, quattro dei quali mortali. Si stima che ogni anno vengano uccisi dall’uomo almeno fino ai 20 milioni di esemplari. La verdesca riesce a raggiungere grandi velocità se si tratta di cacciare un pesce ferito, in caso contrario il suo nuoto è lento e sinuoso. La dieta della verdesca è costituita principalmente da calamari e pesci. Ama vivere in solitaria ma gli spostamenti avvengono in piccoli gruppi divisi per sesso e dimensione. Spesso è accompagnata da pesci pilota con cui ha un rapporto simbiontico. Lo squalo difficilmente si ciberà del pesce pilota perché questo piccolo pesce oltre a nutrirsi degli avanzi di cibo, ne elimina anche i parassiti oltre a mantenere in buono stato l’igiene orale della verdesca. 

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L’alimentazione della verdesca

Come già detto si nutre di calamari e pesci ma non disdegna aragoste, gamberi, mammiferi marini ed uccelli. Sono pesci . Sono predatori insaziabili che possono ingoiare anche oggetti non commestibili. Tempo fa nello stomaco di una verdesca che ha l’abitudine di seguire le navi per cibarsi dei resti gettati in mare , sono stati trovati: mezzo prosciutto, alcune ossa di pecora, la parte posteriore di un maialetto, una targa di un’automobile, un utensile di ferro, un mazzo di chiavi e un pezzo di corda. 

Il pericolo per l’uomo 

Il suo nome viene riportato tra le specie potenzialmente pericolose per l’uomo. Sono descritti diversi casi tutti riferiti a disastri marittimi, soprattutto nel periodo bellico con feriti in acqua, il sangue in questi casi attira gli squali pelagici che entrano in una sorta di “frenesia alimentare”. Anche quelle specie che abitualmente mostrano solo curiosità e confidenza nei confronti dei subacquei in quelle circostanze possono diventare pericolose. Celebre il disastro dell’incrociatore statunitense “Indianapolis” affondato nel mare delle Filippine da un sommergibile giapponese il 30 luglio 1945, a pochi mesi dalla fine della seconda guerra mondiale. Durante i quattro giorni di attesa dei soccorsi, la maggior parte dell’equipaggio perse la vita per disidratazione e attacchi da squali. Non vi sono dati certi sulle specie che contribuirono al disastro, si parlò di squali pelagici, tra questi senz’altro gli Squali longimano, le Verdesche e i Mako …. padroni indiscussi di quelle acque.