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L'ultimo saluto a Wes C. Skiles

A distanza di un anno dalla sua scomparsa vogliamo ricordare il pioniere delle fotografia e videoripresa subacquea nelle cavità oscure.


 

 

A distanza di un anno dalla sua scomparsa vogliamo ricordare il pioniere delle fotografia e videoripresa subacquea nelle cavità oscure.


21/07/2010 Aveva da poco portato a termine uno dei servizi più pericolosi della sua carriera. Per realizzare Profondi oscuri segreti, il reportage che apparirà su National Geographic di agosto, Wes C. Skiles si era immerso più volte nei blue holes, le grotte sommerse delle Isole Bahamas, attraversando gli strati di acido solfidrico, un gas tossico, prodotto dalla decomposizione della materia organica. Ma tutto era andato bene, e Wes aveva scattato splendide fotografie di un ambiente considerato dai sub speleologi "maledetto" come la tomba di Tutankhamon lo è per gli archeologi. 

È morto, invece, a casa sua: nell'oceano al largo della Florida, lo stato dov'era nato 52 anni fa, mentre stava realizzando riprese subacquee dopo aver lavorato per una missione scientifica sulla vita sottomarina. I suoi colleghi lo hanno trovato esanime sul fondo, e i tentativi di rianimarlo sono stati vani. Le autorità locali hanno aperto un'inchiesta sulle possibili cause dell'incidente.

Proprio in Florida Wes Skiles aveva cominciato a lavorare, già da adolescente, specializzandosi da subito nell'esplorazione delle grotte sommerse. Per illuminare e fotografare questi ambienti - spesso mai ritratti prima di allora - Skiles aveva messo a punto una tecnica che lo ha reso famoso: usava diversi flash "slave", collegati cioè da una fotocellula, che scattavano contemporaneamente.

In seguito aveva viaggiato in tutto il mondo, esplorando, spesso per primo, grotte sommerse e non in Messico, Brasile, Puerto Rico, Australia. Anche da cameraman si era specializzato nel riprendere persone e animali in ambienti proibitivi, producendo, dirigendo e firmando le riprese per più di cento film per la televisione, molti dei quali avevano ricevuto premi internazionali. Collaborava da freelance per National Geographic Magazine e altre testate della Society.

"Wes era un vero esploratore, in tutti i sensi, e una splendida persona", dice Chris Johns, direttore di National Geographic Magazine". Il suo lavoro è un modello insuperato per chiunque si occupi di fotografia, cinematografia ed esplorazione subacquea. Lavorare con lui è stato un onore. Ci mancherà molto".

"Wes era un omone con un cuore tenero", dice Kurt Mutchler, caporedattore per la fotografia. "Non era secondo a nessuno per la tenacia con cui si occupava di un servizio e puntava a realizzarlo nel modo migliore. Gli piaceva molto lavorare per la rivista, e noi lo ricambiavamo. Di recente mi aveva detto che sua madre lo incitava sempre di lavorare di più per noi, e sono molto triste di non poterla più accontentare. Il suo ultimo servizio sui Blue Holes delle Bahamas, che sarà pubblicato ad agosto, è la migliore testimonianza della sua bravura, del suo coraggio e dell'entusiasmo con cui, come un bambino, affrontava l'ignoto".

Fonte Immagini e Informazione: National Geographic